Partendo dal concetto di equilibrio, che, in qualche modo, segna la politica dell'Europa post napoleonica, il volume si divide in due parti una rivolta prevalentemente all'esterno, l'altra all'interno degli Stati sabaudi. La prima, più tradizionale, prova a mettere in luce gli aspetti paradigmatici dell'equilibrio come concetto fondante le relazioni diplomatiche in età di Restaurazione, partendo dal generale, per arrivare alle istituzioni diplomatiche e ai suoi attori principali. La seconda parte del volume si sofferma invece sul ripristino e, in qualche modo, sul rinnovamento dell'antico regime negli spazi sabaudi, prendendo in considerazione due aspetti paradigmatici: il ritorno della dinastia, in particolare con il rapporto con Genova, e il ripristino della religione cattolica attraverso la ricomposizione delle diocesi e degli ordini religiosi regolari. A queste due anime si premette un capitolo a carattere generale sulla metodologia della ricerca storica, volto a rendere più consapevole il lettore non esperto di che cosa voglia dire scrivere e/o leggere di storia. Chiude il volume un capitolo sintetico sul complicato epilogo del regno di Vittorio Emanuele I che, in qualche modo, pose fine a una prima fase della Restaurazione sabauda, evidenziando le falle dell'equilibrio posto in essere a Vienna.
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